Cibi Genuini

Immagine di una fattoria avanzata con IA: droni, irrigazione intelligente e trattori automatizzati in un campo verde, simbolo di agricoltura sostenibile e precisione

Rivoluzionare l’Agroalimentare: L’Intelligenza Artificiale per una Produzione Sostenibile

Nel mondo moderno, la sfida di nutrire una popolazione in costante crescita si scontra con l’esigenza impellente di preservare il nostro pianeta. La produzione alimentare sostenibile è diventata un obiettivo chiave per garantire un futuro alimentare sicuro e sano per tutti. Qui entra in gioco l’intelligenza artificiale (IA), promettendo di trasformare radicalmente il settore agroalimentare dalla coltivazione di frutta e verdura agli allevamenti. Ottimizzazione delle Risorse con Precisione L’IA può analizzare enormi quantità di dati per ottimizzare l’uso delle risorse in agricoltura. Attraverso sensori intelligenti e analisi predittiva, i sistemi di IA sono in grado di determinare esattamente quanto acqua, fertilizzante o pesticidi sono necessari, riducendo sprechi e impatti ambientali. Questa “agricoltura di precisione” non solo migliora la sostenibilità ma aumenta anche la produttività e la qualità dei prodotti. Monitoraggio e Protezione delle Colture Sistemi basati sull’IA possono monitorare lo stato di salute delle colture in tempo reale, identificando precocemente malattie o infestazioni. Questo consente interventi mirati e tempestivi, riducendo la necessità di trattamenti chimici e preservando la biodiversità. La tecnologia IA, combinata con droni e imaging aereo, sta rivoluzionando il modo in cui monitoriamo e gestiamo le nostre colture. Allevamenti Intelligente Nel settore zootecnico, l’IA offre soluzioni innovative per una gestione più etica e sostenibile degli allevamenti. Sistemi di monitoraggio basati sull’IA possono tracciare la salute, il benessere e la nutrizione degli animali, garantendo pratiche di allevamento ottimali e riducendo l’uso di antibiotici mediante la prevenzione delle malattie. Riduzione degli Sprechi Alimentari L’IA gioca un ruolo cruciale anche nel ridurre gli sprechi alimentari lungo tutta la catena del valore, dalla fattoria alla tavola. Sistemi intelligenti possono prevedere la domanda di mercato, ottimizzare i percorsi di distribuzione e gestire le scorte in modo più efficiente, assicurando che il cibo prodotto raggiunga i consumatori riducendo al minimo gli sprechi. Sfide e Opportunità Nonostante il potenziale trasformativo dell’IA, la sua implementazione nel settore agroalimentare presenta sfide, tra cui l’accessibilità tecnologica e la necessità di competenze specializzate. Tuttavia, gli investimenti in formazione e infrastrutture, insieme a partnership tra il settore pubblico e quello privato, possono accelerare l’adozione dell’IA, massimizzando i suoi benefici per la sostenibilità. Verso un Futuro Sostenibile L’integrazione dell’IA nella produzione alimentare rappresenta una promettente frontiera per affrontare le sfide ambientali, economiche e sociali della nostra era. Con il giusto equilibrio tra innovazione tecnologica e pratiche sostenibili, possiamo sperare di costruire un sistema agroalimentare che nutra il pianeta in modo responsabile, preservando le risorse naturali per le generazioni future. TAG

varietà di frutta e verdura colorate, cereali integrali, legumi e superfood, organizzati in modo armonioso ed esteticamente gradevole

Alimentazione Sana e Sostenibilità: Scelta di Prodotti Genuini e Nutraceutici

L’importanza di un’alimentazione sana nel promuovere la salute e il benessere generale è universalmente riconosciuta. Negli ultimi anni, l’attenzione si è spostata non solo verso ciò che mangiamo ma anche verso la provenienza e la qualità degli alimenti che scegliamo. In questo contesto, emerge il concetto di nutraceutica, che combina nutrizione e farmaceutica per evidenziare il potere terapeutico degli alimenti. Parallelamente, la scelta di prodotti genuini e sostenibili diventa cruciale per la tutela della biodiversità, assicurando un futuro più salutare per il pianeta e per noi stessi. L’Importanza dell’Alimentazione Sana Una dieta equilibrata, ricca di nutrienti essenziali, svolge un ruolo fondamentale nel mantenimento della salute fisica e mentale. Alimenti ricchi di vitamine, minerali, fibre e antiossidanti contribuiscono a rafforzare il sistema immunitario, migliorare la salute cardiovascolare e prevenire una vasta gamma di malattie croniche. Studi scientifici hanno dimostrato che abitudini alimentari sane sono correlate a una minore incidenza di obesità, diabete, malattie cardiache e alcuni tipi di cancro. Perché Scegliere Prodotti Genuini e Sostenibili? Optare per prodotti genuini significa scegliere alimenti non solo nutrienti ma anche liberi da additivi artificiali e sostanze chimiche potenzialmente dannose. La sostenibilità, d’altra parte, implica una produzione alimentare che rispetta l’ambiente, preserva le risorse naturali e sostiene le comunità locali. Acquistando prodotti sostenibili, contribuiamo alla tutela della biodiversità, essenziale per il mantenimento degli ecosistemi e per garantire una varietà di alimenti nella nostra dieta. Il Ruolo della Nutraceutica nella Dieta Moderna La nutraceutica pone l’accento sugli alimenti che non solo nutrono ma che possiedono anche proprietà preventive e terapeutiche. Questi “alimenti funzionali” possono aiutare a combattere l’infiammazione, ridurre il rischio di malattie croniche e migliorare vari aspetti della salute. Integrare alimenti nutraceutici nella dieta quotidiana è un passo proattivo verso una vita più sana. Lista di Alimenti Basata sul Concetto di Nutraceutica Conclusioni e Raccomandazioni Adottare un’alimentazione sana, scegliere prodotti genuini e sostenibili e incorporare alimenti nutraceutici nella nostra dieta sono passi fondamentali per migliorare la nostra salute e quella del pianeta. Iniziare con piccoli cambiamenti, come aumentare il consumo di frutta e verdura, preferire cibi integrali e supportare produttori locali e sostenibili, può avere un impatto significativo sul nostro benessere generale.

carbon farming

Alimentazione Sana e il Ruolo Cruciale del Carbon Farming

Nel mondo odierno, dove la salute e la sostenibilità stanno diventando sempre più importanti, l’alimentazione sana e le pratiche agricole responsabili sono al centro dell’attenzione. Una di queste pratiche, che sta guadagnando riconoscimento per i suoi molteplici benefici, è il carbon farming. Questo approccio all’agricoltura non solo promuove la salute del suolo e la biodiversità, ma contribuisce anche significativamente alla lotta contro il cambiamento climatico, influenzando direttamente la qualità e la sostenibilità degli alimenti che finiscono sulle nostre tavole. Che cos’è il Carbon Farming? Il carbon farming, o agricoltura del carbonio, è una serie di metodi agricoli volti a catturare l’anidride carbonica atmosferica e immagazzinarla nel suolo sotto forma di carbonio organico. Questa pratica non solo riduce la quantità di CO2 nell’atmosfera, contribuendo alla lotta contro il riscaldamento globale, ma migliora anche la salute e la fertilità del suolo, portando a una produzione agricola più sostenibile e resiliente. L’Importanza del Carbon Farming nell’Alimentazione Sana Il legame tra carbon farming e alimentazione sana risiede nella qualità del suolo. Un suolo ricco di carbonio organico è un suolo vivo, pieno di microbi e nutrienti essenziali che le piante assorbono durante la crescita. Questi nutrienti, a loro volta, si traducono in frutta e verdura più nutrienti, che sono la base di un’alimentazione sana ed equilibrata. Benefici del Carbon Farming Come il Carbon Farming Influencerà il Futuro dell’Alimentazione Adottando pratiche di carbon farming, gli agricoltori non solo contribuiscono a un ambiente più sano, ma garantiscono anche che gli alimenti prodotti siano di alta qualità e nutrienti. Questo approccio sostenibile all’agricoltura promette un futuro in cui l’alimentazione sana e la cura dell’ambiente vanno di pari passo, garantendo che le generazioni future abbiano accesso a cibo abbondante, nutriente e prodotto in modo responsabile. Conclusione L’adozione del carbon farming rappresenta un passo significativo verso un futuro più sostenibile e salutare. Integrando queste pratiche nella produzione alimentare, possiamo migliorare non solo la salute del nostro pianeta, ma anche quella dei suoi abitanti. Sostenendo gli agricoltori che adottano queste pratiche e scegliendo prodotti derivati da tali metodi, possiamo contribuire attivamente alla promozione di un sistema alimentare più sano, resiliente e sostenibile. L’alimentazione sana inizia con la salute del suolo, e il carbon farming è la chiave per sbloccare questo potenziale.

Polli allevamento intensivo cibi-sani-e-genuini

I polli Fileni

L’azienda marchigiana Fileni è il terzo player italiano per la produzione di carni avicole e primo per la produzione di carni bianche biologiche. Ma nel castello Fileni qualcosa non torna. Il 9 gennaio 2023 Report pubblica un’inchiesta a firma della giornalista Giulia Innocenzi, a seguito dell’indagine dell’associazione animalista LAV (Lega Anti-Vivisezione), in cui accusa l’azienda di offrire ai consumatori informazioni fuorvianti sulle carni prodotte. Lo scandalo nasce dalla contestazione, supportata da fotografie e riprese effettuate negli stabilimenti aziendali, della linea di produzione Fileni Bio (circa 1/3 della superficie totale destinata all’allevamento), marchio debitamente registrato presso la UE: polli asserragliati nei capannoni e non liberi nell’aia; alimentazione a base di mangimi Ogm; maltrattamenti e pratiche di abbattimento crudeli praticate dal personale aziendale. Già nel novembre 2022, un’altra inchiesta sollevava un gran polverone sul fantastico mondo del bio (o pseudo tale). L’indagine fu condotta da RaiNews24 in collaborazione con l’associazione animalista Animal Equity, puntando il dito sui poveri polli destinati alla vendita nei supermercati Lidl, vittime di allevamenti intensivi. La documentazione fotografica mostrava polli in sofferenza, infestati da parassiti e con molta probabilità vittime di infezioni a causa delle scarse condizioni igieniche dei locali destinati all’allevamento. Tornando al servizio di Report, Fileni nega la discrepanza tra quanto dichiarato nelle etichette alimentari e le pratiche aziendali attuate. Dichiarando che rispettano la normativa del biologico utilizzando i polli Broiler, chiamati anche polli da carne. Un pollo geneticamente modificato negli anni 50 incrociando varie razze (quindi è un meticcio), per rispondere alla sempre più crescente domanda di tanta carne a poco prezzo. Inoltre l’azienda ha replicato alle accuse che i polli sono ammassati nei capannoni: la legge prescrive che i polli debbano vivere all’aperto per almeno 1/3 della loro vita, non sempre; Sull’utilizzo di componenti Ogm per l’alimentazione degli animali: dichiarano che non verrebbero usati Ogm, anche se la legge ne consente l’utilizzazione negli allevamenti convenzionali; Sui maltrattamenti e pratiche di abbattimento crudeli: l’azienda agisce conformemente alla legge, in quanto la normativa europea (art. 4 regolamento UE 1099/2009) consente espressamente l’abbattimento tramite torsione del collo. L’inchiesta condotta dalla giornalista Rai Innocenzi avrebbe rilevato altre irregolarità, fra cui l’assenza di luce naturale nei capannoni nonché l’eccessiva concentrazione di ammoniaca nell’aria rilevate nelle aree dove sorgono gli stabilimenti aziendali. Cosa possiamo evincere da questa triste vicenda, al di là di quello che il perfido diritto consente di fare? Un’azienda in grado di produrre 50 milioni di esemplari l’anno per soddisfare la domanda dei consumatori difficilmente può operare in regime di allevamento biologico, rispettando il ciclo di vita naturale dell’animale e una sana alimentazione, priva di antibiotici e ormoni della crescita (per accorciare i tempi di allevamento): si tratta di un principio logico, di cui si avvede il consumatore dotato di buon senso, e ciò a prescindere dalla diffusione di inchieste sul tema e di denunce di associazioni animaliste. La quantità è nemica della qualità, è una legge non scritta. Tra l’altro, il prezzo del pollo Fileni eguaglia spesso e volentieri quello del pollo allevato artigianalmente e in regime di biologico. Basta fare un confronto fra i prezzi normalmente praticati dalle grandi catene di supermercati e alcuni e-commerce di piccole aziende agricole per rendersi conto che, a ben vedere, la scelta del prodotto industriale non si giustifica neanche in ragione del prezzo. Quindi il raggiro è doppio: pollo di qualità discutibile a un prezzo non competitivo se non in presenza di offerte promozionali cicliche (ad esempio carne da smaltire velocemente perché sotto scadenza). Insomma, viva il gioco delle tre carte. Ma non ci interessa entrare nel merito del contraddittorio tra Fileni e i suoi detrattori. Ciò che a noi importa è aiutare il consumatore a decifrare le mistificazioni insite nella comunicazione e nel marketing per diffondere una maggiore consapevolezza sulla nutrizione salubre e su una corretta educazione alimentare. Per tutte queste ragioni consigliamo sempre ai nostri clienti di visitare personalmente le aziende di cui promuoviamo i prodotti, affinché vedano con i loro occhi come vengono allevati gli animali. Insomma, San Tommaso docet: se non vedo, non credo. Per non diventare, anche noi, polli d’allevamento. #mangiasano #consapevolezza #educazionealimentare

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La verità sul pollo che mangi

Il pollo che compri e mangi a tavola è un pollo di scarsa qualità. Ci rendiamo conto che è una frase diretta e dura da digerire ma, purtroppo, è così. Più del 90% dei polli in commercio, venduti nei supermercati e nelle macellerie è un pollo “Broiler”, chiamato anche pollo da carne. Un pollo geneticamente modificato negli anni 50 incrociando varie razze (quindi è un meticcio), per rispondere alla sempre più crescente domanda di tanta carne a poco prezzo. Oggi lo mangiano – inconsapevolmente – tutti, ma in pochi sanno come viene allevato e quanto sia scadente la carne di questa tipologia di animale: povera di proteine con più collagene e più lipidi, quindi più grassa. Come vengono allevati i polli Broiler Nascono direttamente dentro delle gabbie, respirano da subito l’aria filtrata dei ventilatori, conoscono solo la luce dei led accesi a ore alterne, mangiano da distributori automatici e vengono trattati con antibiotici per evitare i contagi.  I polli Broiler non possono vivere più di 42 giorni perché crescendo cadono sotto il peso del loro petto immenso e non si reggono più sulle zampe. Le conseguenze di questo rapido accrescimento sono gravi problemi respiratori, cardiaci, zoppie che spesso li portano a morire prima di arrivare, o durante il trasporto, al macello. Ma questo poco importa perché vengono comunque macellati.Un pollo “normale” a 42 giorni di età vive ancora vicino alla madre. Da quando è stato creato e brevettato negli anni 50, per opera di un agronomo, il tasso di crescita giornaliero del pollo Broiler è, oggi, aumentato del 400%. Nelle foto viene messo a confronto un pollo a crescita lenta (a sinistra) con un pollo a crescita rapida Broiler (a destra)  Il Broiler è un pulcino che a 42 giorni sembra già adulto mentre un pollo tradizionale anche dopo 70 giorni sarebbe un pollo troppo piccolo per avere un guadagno importante in termini di business. Oggi il 90% dei polli in commercio è Boiler, ogni anno ne vengono venduti 40 miliardi nel mondo, 7 miliardi in Europa e mezzo miliardo solo in Italia. Un impero agricolo che a livello mondiale è in mano a poche aziende. Carne scadente dei polli a rapido accrescimento Ovviamente intervenire sulla genetica di un animale ha avuto conseguenze importanti sulla  qualità della carne. Le alterazioni più visibile sono il petto legnoso, le separazioni dei fasci in fibra detta carne a spaghetti e il petto con striature bianche. Inoltre quando viene cotta la carne tende ad ascigurasi perdendo i liquidi e risultando stopposa. Broiler: carne più grassa e scarsa di proteine. I consumatori non ci fanno caso ma i ricercatori si sono accorti che questa tipologia di carne mostra miopatie (malattie che danneggiano i muscoli), queste malattie del sistema muscolare conseguenza dell’allevamento dei polli a crescita rapida provoca la cosiddetta ipertrofia muscolare (aumento del volume del muscolo), e una crescita sbilanciata del tessuto connettivo di supporto che porta ad un afflusso di sangue compromesso oltre alla carenza di ossigeno.Il verificarsi di stress ossidativo (eccesso di sostanze chimiche) e disfunzioni mitocondriali (disturbi dovuti a disfunzione della catena respiratoria) porta a lipidosi (accumolo di trigliceridi nel fegato), fibrosi (eccesso di tessuto connettivo in un organo), in altre parole porta alla scarsa qualità della carne, che ha meno proteine più collagene e più lipidi cioè è più grassa. Incredibile se si pensa che la carne di pollo dovrebbe essere meno grassa delle altre. Il consumatore che non si chiede come possa costare così poco un pollo non può pretende che sia come quello della vecchia fattoria. Di seguito un interessante servizio Rai sui polli Broiler Fettine di petto di pollo ruspante – circa 340 gr Cosce di pollo ruspante da circa 350 gr

Allevamento bovini

COS’È LA CARNE GRASS FED

Cos’è la carne grass fed? Una nuova diavoleria del mantra ecologista? Ne abbiamo già sentite di tutti i colori: la pasta lessata a fuoco spento; il pollo sottovuoto in lavastoviglie; le meringhe cotte sul cruscotto. Insomma, ora basta! E invece no, la carne grass fed non è affatto l’ultima trovata di marketing in crema anglosassone, ma un alimento molto salutare e dunque irrinunciabile. L’espressione “grass fed” si riferisce alla carne proveniente da animali alimentati con erba, dall’inglese grass, erba, e fed, participio passato del verbo to feed, nutrire.  Il regime alimentare vegetariano proprio degli erbivori non è l’unica caratteristica della carne grass fed. Gli animali grass fed crescono all’aria aperta e sono liberi al pascolo, vivono cioè, allo stato brado (totalmente all’aperto) o semi-brado (vengono ricoverati nelle stalle durante la notte o in caso di intemperie). In alcuni casi gli allevatori praticano l’antica transumanza, la migrazione delle greggi nelle aree pianeggianti (transumanza orizzontale) o dalle zone montane alle colline (transumanza verticale). Questa tecnica di allevamento si definisce “estensiva”, in opposizione a quella “intensiva”, propria della grande distribuzione, in cui gli animali vivono al chiuso, in spazi ristretti, sono alimentati con mangimi industriali e trattati con antibiotici per abbassare il tasso di mortalità del bestiame. Chiaramente bisogna fare sempre attenzione a chi dichiara di vendere carne grass fed ed assicurarsi che lo sia veramente perché, come è risultato in 3 allevamenti che abbiamo verificato, l’alimentazione veniva integrata anche con cerali e quindi non era realmente grass fed. Negli allevamenti estensivi gli animali vivono all’aperto, la loro carne è più magra grazie ad un’alta ossigenazione. In particolare la carne grass fed è priva di ormoni e antibiotici; quando viene cucinata non si restringe molto e non rilascia liquidi. Per tutti questi motivi la carne grass fed ha un enorme valore in termini di qualità e di caratteristiche nutrizionali e non può essere neanche lontanamente paragonata a quella proveniente da animali nati e cresciuti negli allevamenti intensivi. La carne grass fed è ricca di omega 3 e contiene grandi quantità di betacarotene (vitamina A). È perfetta per grandi e piccini ed è un alimento particolarmente consigliato per chi soffre di diabete, psoriasi, artrosi, disturbi della tiroide, colesterolo. La sua alcalinità contribuisce a mantenere bassi i livelli di acidità nell’organismo impedendo il formarsi e il proliferare di cellule cancerogene. Cosa mangiano gli animali? Al contrario di quanto comunemente si pensa, non tutti gli animali hanno un’alimentazione onnivora. Sono l’anatomia e la fisiologia dell’animale a determinare il tipo di alimentazione da seguire. Gli erbivori hanno uno stomaco formato da due sezioni (ma anche due sacche, a seconda della specie); il loro sistema digerente produce degli enzimi specializzati nella scomposizione della cellulosa e delle altre cellule vegetali presenti nelle piante. Le carni che consumiamo quotidianamente, se provengono da allevamenti estensivi e al pascolo, essendo animali erbivori si nutrono di erba, foglie, alghe, a volte arbusti e radici. Sono erbivore le famiglie di bovidi (mucca, bufala). ovini (capra, pecora)equidi (cavallo, asino ecc.)lagomorfi (coniglio, lepre, ecc.Il maiale e il pollo sono, invece, notoriamente onnivori. Vuoi provare la nostra carne bovina allevata al pascolo ? Visita il nostro shop on line (collegare al link www.cibisaniegenuini.com) o vieni a trovarci allo store di Roma in via Catania 39, (zona: piazza delle Province – Piazza Bologna). PS: Quando compri la carne leggi attentamente l’etichetta per verificare, oltre la provenienza della carne e il tipo di allevamento, se vengono aggiunti altri ingredienti oltre la carne che acquisti. #carnegrassfed #mangiasano #aiutaipiccoliproduttori #controlindustriaalimentare Autrice: Daniela Carli

La vera Bresaola Artigianale

Dove comprare la Bresaola artigianale, lavorata da carne fresca (non congelata) senza nitrati, nitriti, salnitro, glutine e lattosio. La Bresaola è realizzata partendo dalla carne di Bovino, in particolare dai tagli magatello, punta d’anca, fesa, sottofesa e sottosso. La preparazione prevede che venga essiccata all’aria con una stagionatura che va dalle 4 alle 12 settimane, dopo tale tempo si indurisce ed acquista il suo colore rosso scuro, quasi marrone/violaceo. E’ un salume particolarmente magro, tenero con sentori dolciastri. La tipica zona di produzione è la Valtellina, area geografica alpina situata nella regione Lombardia, che insieme alla Valchiavenna forma la provincia di Sondrio. La Bresaola Artigianale è ricco di proteine, ferro e sali minerali, per questo è l’ingrediente tipico delle diete dimagranti, ricostituenti ed è ottimo come integratore per gli sportivi. In Italia, purtroppo, la maggior parte della Bresaola in commercio viene realizzata partendo da carne congelata, proveniente dal Brasile, in particolare carne bovina dello Zebù, un bovino allevato soprattuto in Africa e America Latina che presenta una gobba ed ha una carne abbastanza magra. Inoltre, la Bresaola in commercio contiene glutine, lattosio e soprattutto conservanti chimici (nitriti, nitrati, salnitro, solfiti). La nostra Associazione ha impiegato ben due anni per trovare un piccolo produttore artigianale di Bresaola, che utilizzasse solo carne fresca e che nella lavorazione non usasse conservanti chimici. Puoi venire a gustare la nostra Bresaola nel punto vendita di Roma in via Catania 39, via Cremona 58 e a brevissimo si potrà anche acquistare su www.cibisaniegenuini.com. La Preparazione Ecco come viene realizzata la Bresaola dal nostro piccolo produttore: “utilizziamo carne fresca di Scottona e Angus, la prima operazione che facciamo è quella di togliere tutto il grasso e i nervi dalla carne, in quanto ne potrebbero alterare gusto e tenerezza. La carne, così pulita, viene messa in salamoia dove viene lasciata per alcuni giorni in base alla pezzatura, ed è durante questo periodo di tempo che viene girata e massaggiata almeno due volte al giorno, così da favorire l’assorbimento di tutti i sapori da parte della carne. La Stagionatura Finito il periodo di salamoia, la carne viene messa a stagionare, ed è da questo momento che inizia il processo di “fioritura”, segno di una sana maturazione (comparsa delle muffe buone, che sono molto importanti per mantenere l’umidità, il sapore, le caratteristiche nutrizionali). Trascorsi almeno altri due mesi per la stagionatura, la Bresaola Artigianale è pronta per essere gustata. Dato che si tratta di un prodotto totalmente naturale e fatto a mano, al termine del processo di maturazione presenterà un colore che va dal bianco al grigio/marrone scuro. La nostra Bresaola Artigianale è senza glutine, senza lattosio e senza conservanti chimici (nitriti, nitrati, salnitro, solfiti), quindi può essere mangiata tranquillamente da grandi e piccini.” Abbiamo selezionato un piccolo produttore della Valtellina che realizza la Bresaola artigianale, lavorata da carne fresca (non congelata) senza nitrati, nitriti, salnitro, glutine e lattosio. 

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Alimenti sani consigliati: CIBI SANI CHE FANNO BENE ALLA SALUTE

NB: Consigliamo sempre di acquistare cibi genuini direttamente dai piccoli produttori. La nostra associazione non profit ha promosso l’apertura del primo punto vendita a Roma in via Catania 39, vienici a trovare per vedere e acquistare solo cibi genuini fatti da piccoli allevatori e fattorie che mantenendo modelli produttivi sostenibili e a tutela della biodiversità sono la chiave per garantire la sicurezza di un’alimentazione sana. Oppure acquista on line e ricevi comodamente a casa www.cibisaniegenuini.com COSA MANGIARE DI GENUINO ? CIBI SANI CHE FANNO BENE ALLA SALUTE Dieta sana con alimenti sani e buoni che possono anche fare bene alla nostra salute Il cibo può agire sia in maniera positiva che in maniera negativa sulla nostra salute. Questo oramai è scientificamente indiscutibile. In realtà lo professava già nel V secolo Ippocrate di Cos, che si tramanda affermasse: “Siamo ciò che mangiamo”. Dai calcoli biliari, alla cellulite, dal cancro alla menopausa, il cibo sembra curare ogni cosa. Una buona dieta, prevalentemente a base di verdure e legumi, e passano le malattie. Esattamente come passano con le medicine, ma a effetti collaterali zero… Come dichiarato anche in un articolo della fondazione Veronesi: “Oggi sappiamo con certezza, grazie ai numerosi studi scientifici pubblicati sull’argomento, che esiste una precisa relazione tra dieta e cancro… è stato dimostrato quanto una maggiore o minore diffusione di questa malattia dipenda in larga parte anche da come si vive, da ciò che si mangia e perfino da quanto si mangia”. Provando a sintetizzare in modo comprensibile a tutti gli studi scientifici, gli approfondimenti e le analisi effettuate in materia di alimentazione e nutrizione degli ultimi decenni, non dovremmo sbagliare affermando che, per avere una dieta sana ed equilibrata che porti benefici al nostro organismo e prevenga l’insorgere di malattie (cardiache, neoplasie, diabete, obesità, ipertensione..)  si deve: – limitare il cibo dei fast food – portare a tavola cibi sani (come olio d’oliva, frutta secca, pesce, carboidrati complessi (pane, pizza e biscotti integrali, frutta e verdura) – non esagerare con i formaggi – ridurre il consumo di carne rossa preferendo eventualmente carne magra – bere tantissima acqua (che ha un importante potere alcalino) – andare al supermercato sempre con la pancia piena e mai prima di mangiare e, come suggerisce il prof.re Berrino (esperto di alimentazione), andare solo nei reparti “laterali” dove si trova la frutta, il pesce, la carne ed evitare i corridoi centrali pieni di “schifezze industriali”. Lista di cibi sani e genuini che fanno bene alla salute: una dieta dal “gusto” vegetariano In molti si chiedono cosa mangiare di Genuino? Quali sono i cibi che fanno bene alla salute? Abbiamo stilato una lista di cibi sani da poter comprare anche nelle catene dei supermercati che, oltre a non essere dannosi per la nostra salute, possono anche aiutarci a prevenire l’insorgere di malattie cardiovascolari e tumorali: Olio extra vergine di Oliva. L’olio extravergine di oliva ha proprietà antinfiammatorie ed è ricco di antiossidanti (acido oleico, polifenoli, ecc); inoltre contiene principalmente grassi monoinsaturi  che riducono la presenza di colesterolo “cattivo” nell’organismo. I Broccoli hanno sulforafano, antiossidanti che sembra aiuti a prevenire alcuni tumori, come la leucemia. Per mantenere “intatte” tali proprietà antitumorali sarebbe preferibile cucinarli al vapore. La cottura in acqua bollente, infatti, può disperdere alcune di queste proprietà a causa dell’elevata temperatura. Il Cavolfiore, come il broccolo, contiene sulforafano e altri antiossidanti, come vitamina C e pro-vitamina A. E’ fonte di sali minerali e fibra alimentare che può aiutare in caso di stitichezza. Legumi: i Ceci sono ricchi di magnesio e di folato che possono portare effetti benefici come l’abbassamento dei livelli di colesterolo “cattivo” nel sangue; inoltre possono avere un effetto protettivo per il cuore. Il folato, in particolare, abbassa i livelli dell’aminoacido Omocisteina che, se presente in eccesso nel sangue, può aumentare le probabilità di ictus e infarto. I Fagioli “combattono” il colesterolo “cattivo” e aiutano la pressione. Contengono, tra l’altro, fibre, proteine vegetali e ferro. Le Lenticchie hanno diverse proprietà benefiche e sono ricche di vitamine e sali minerali. Sono i legumi che presentano maggiori proprietà antiossidanti. L’Aglio ha proprietà antitumorali, antiossidante, antibatterico, protegge il cuore e aiuta controllare la pressione. La Cipolla contiene sali minerali e vitamine, in particolare la C. Contiene anche oligoelementi (magnesio, ferro, zolfo, calcio, fosforo…). Aiuta la digestione e stimola il metabolismo. Cereali rigorosamente integrali perché non essendo stati raffinati conservano tutte le proprietà, ovvero la crusca e il  germe di grano. Quindi mangiare pane, crackers, crostini… integrali, al farro, grano saraceno, segale, ecc. Frutta secca: le Mandorle (ma anche altra frutta secca) hanno un’elevata azione antinfiammatoria per l’intestino e i reni. Le Noci sono ricche di antiossidanti e, come l’olio di oliva, contengono grassi monoinsaturi che riducono la presenza di colesterolo “cattivo” nell’organismo. Spezie di tutti i tipi, come origano e curcuma. Agrumi come arance e limoni sono ricchi di vitamina C e sali minerali, sono antiossidanti e aiutano il sistema immunitario. Il limone è sicuramente uno dei migliori antinfiammatorio presente in natura. Frutti di bosco (mirtilli, lamponi, fragoline di bosco, ecc.), sono degli antinfiammatori eccezionali. In generale, tutta la frutta e la verdura fanno bene. Sono ricchissime di acqua, vitamine, fibre e sali minerali.  Come riportato dalla Fondazione Veronesi: “Consumare questi alimenti in grandi quantità ostacola la comparsa della gran parte dei tumori: bocca, laringe, esofago, stomaco, intestino. Frutta e verdura sono infatti ricchissime di sostanze preziose, come vitamine, fibre e inibitori della cancerogenesi (flavonoidi e isoflavoni). Non mettere in tavola ogni giorno questi alimenti significa privare l’organismo di importanti scudi naturali, che da un lato neutralizzano gli agenti cancerogeni e dall’altro riducono la capacità delle cellule tumorali di proliferare“. Di seguito il prof.re Berrino (Epidemiologo ed esperto di alimentazione) elenca alcuni alimenti antinfiammatori che fanno bene alla salute

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I legumi riducono il rischio di cancro

Il dott. Franco Berrino (medico ed epidemiologo) spiega con parole semplice l’importanza di mangiare legumi anche per ridurre il rischio di cancro. “Non si mangiano più i legumi, c’è addirittura chi mangia solo le lenticchie a Capodanno con lo zampone. I legumi sono stati meno studiati rispetto ai cereali proprio perché vengono mangiati meno. Tuttavia ci sono due studi importanti sui legumi uno spagnolo e uno americano. Nello studio spagnolo le persone che mangiano più frequentemente legumi dimezzano il loro rischio di cancro, mentre nello studio americano è emerso che viene ridotto di un terzo il rischio di cancro. I legumi hanno la proprietà meravigliosa di avere un indice glicemico molto basso e di rallentare la velocità di assorbimento del glucosio. Sarebbe opportuno che ci siano un po’ di legumi a tavola tutti i giorni, non c’è bisogno che siano tanti, sono sufficienti due o tre cucchiai. Anche le noci, le nocciole e le mandorle hanno la capacità di rallentare l’assorbimento del glucosio. Quindi fave, ceci, lenticchie, fagioli, cicerchie, vanno tutti bene e si possono fare anche dei piatti meravigliosi. E poi c’è un altro legume eccezionale: la Soia. Gli studi mostrano che chi mangia prodotti tradizionali di soia si ammala meno. Le persone non mangiano legumi perché fanno gonfiare la pancia, ed è normale che questo avvenga proprio perché non vengono mangiati spesso, quindi bisogna introdurli nella propria dieta con gradualità, iniziando con uno o due cucchiai al giorno, in modo da allevare i microbi buoni dell’intestino che saranno poi capaci di digerirli per noi. E ne avremo dei vantaggi sia gastronomici che di salute. E considerate anche i legumi che non sono tradizionali delle nostre parti, oltre la soia ci sono gli azuki, che sono più piccoli dei fagioli con un colore rosso scuro, poi ci sono i legumi neri come i fagioli neri, la soia nera che ha un’azione particolare sui genitali e sulla gola, molti cantanti la utilizzano. Poi c’è il fagiolo mung, chiamato anche fagiolo verde, quello con cui si fanno i cosiddetti germogli di Soia che vengono appunto fatti con il fagiolo mung e non dalla soia. Un altro suggerimento è di non comprare solo i fagioli secchi o i piselli secchi ma anche quelli freschi che si trovano solo una volta l’anno e che si possono mangiare anche crudi ed hanno un gusto molto zuccherino. La gente si lamenta perché ci vuole un’ora per cuocere i legumi, ma ricordiamoci che non dobbiamo guardarli mentre cuociono, fanno tutto da soli basta ricordarsi di andare a spegnere il fuoco quando sono pronti. Comunque nei negozio naturali è possibile trovare degli ottimi legumi lessi e pronti in barattolo di vetro. I legumi per migliaia di anni sono stati l’alimento dell’uomoFino a 100 anni fa ma anche 70 anni fa, prima che si imponesse l’industria alimentare, tutti i popoli del mondo mangiavano tutti i giorni cereali e legumi, che sono stati per migliaia e migliaia di anni il cibo dell’uomo. Non abbiate paura dei cereali integrali e dei legumi, introduceteli gradualmente, masticate bene e avrete tanti vantaggi e anche la pancia piatta”.

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Regolamenti europei: più chiarezza nelle etichette

Trasparenza, valorizzazione e difesa dei prodotti agroalimentari, tracciabilità e  informazioni dettagliate sulla sostenibilità all’interno delle etichette dei prodotti. Tutti aspetti fondamentali per permettere al consumatore di acquistare in modo consapevole e cercare di evitare di cadere nella “trappola” dei package accattivanti che cercano di “distrarre” con frasi d’effetto come “artigianale”, “senza olio di palma”, “prodotto naturale”, fino ad arrivare per esempio a trovare scritte come “Succo di Mirtillo” in un succo di frutta che di mirtillo in etichetta ha solo il 3%. Per non parlare del “finto biologico“, tema che abbiamo approfondito in un articolo dedicato. Per arrivare ad un’ etichettatura che sia veramente trasparente, chiara e che offra al consumatore le informazioni sull’origine dei prodotti la Commissione europea ha avviato una consultazione per la revisione del FIC (Food Information to Consumer), emanato con il Regolamento UE 1169/2011.  Il FIC (Food Information to Consumer) regola le informazioni su tutti gli alimenti destinati al consumo e si applica a tutti gli operatori che lavorano nella filiera del settore alimentare.Dopo la consultazione, che si concluderà il 7 marzo 2022, la Commissione vorrebbe presentare una proposta di legge al Parlamento europeo relativa alle informazioni sulle etichette, in particolare: etichettatura nutrizionale apposta sulla parte frontale degli alimenti etichettatura di origine etichettatura delle bevande indicazione della data di consumo Ecco un piccolo “glossario alimentare” che il consumatore dovrebbe conoscere per sapere cosa sta acquistando: Ingrediente: si considera tale qualunque sostanza o prodotto, compresi gli aromi, gli additivi e gli enzimi alimentari, e qualunque costituente di un ingrediente composto utilizzato nella fabbricazione o nella preparazione di un alimento e ancora presente nel prodotto finito, anche se sotto forma modificata. Da questa definizione esulano i residui, non sono considerati come ingredienti. L’indicazione di tutti gli ingredienti è di vitale importanza, soprattutto quando si tratta di allergeni responsabili di intolleranze e allergie alimentari.Ingrediente composto: tale è il prodotto di più ingredienti.Ingrediente primario: è considerato “primario” l’ingrediente o gli ingredienti di un alimento che rappresentano più del 50 % di tale alimento o che sono associati abitualmente alla denominazione di tale alimento dal consumatore e per i quali nella maggior parte dei casi è richiesta un’indicazione quantitativa.Luogo di provenienza: indica qualunque luogo da cui l’alimento proviene. Non va confuso con il “Paese di origine”. Il nome, la ragione sociale o l’indirizzo dell’operatore del settore alimentare apposti sull’etichetta non costituiscono un’indicazione del Paese di origine né del luogo di provenienza del prodotto alimentare.Etichetta: rappresenta il marchio commerciale o di fabbrica, ovvero il segno, immagine o altra rappresentazione grafica scritto, stampato, stampigliato, marchiato, impresso in rilievo o a impronta sull’imballaggio o sul contenitore di un alimento o che ne accompagna l’imballaggio o il contenitore.Etichettatura: è la carta di identità del prodotto in modo chiaro leggibile ed indelebile. Consiste in qualunque menzione, indicazione, marchio di fabbrica o commerciale, immagine o simbolo che si riferisce a un alimento e che figura su qualunque imballaggio, documento, avviso, etichetta, nastro o fascetta che accompagna o si riferisce a tale alimento.Informazione sugli alimenti: sono le informazioni riguardanti un alimento e messe a disposizione del consumatore finale attraverso un’etichetta, o qualunque altro mezzo (pensiamo agli strumenti della tecnologia moderna), ivi compresa la comunicazione verbale.Leggibilità: è l’apparenza fisica delle informazioni, tramite le quali l’informazione è visivamente accessibile al pubblico in generale e che è determinata da diversi fattori, come le dimensioni del carattere, la spaziatura tra lettere e righe, lo spessore, il tipo di colore, la proporzione tra larghezza e altezza delle lettere, la superficie del materiale nonché il contrasto significativo tra scritta e sfondo;Denominazione legale: non è che la denominazione di un alimento prescritta dalle disposizioni dell’Unione a esso applicabili; in mancanza di esse, la denominazione legale è quella prevista dalle disposizioni legislative, regolamentari e amministrative applicabili nello Stato membro nel quale l’alimento è venduto al consumatore finale o alla collettività.Termine minimo di conservazione: la data fino alla quale tale prodotto conserva le sue proprietà specifiche nelle corrette condizioni di conservazione. Teoricamente il FIC dovrebbe garantire un elevato livello di protezione del consumatore in tema di informazione sugli alimenti assicurando il buon funzionamento del mercato interno. Questo lascia pensare che forse finora non sia stato fatto abbastanza in tema di informazione alimentare: perché intervenire nuovamente sul FIC? Forse le informazioni attualmente presenti su alcune etichette alimentari sono imprecise o ingannevoli, attribuendo qualità e proprietà che in realtà il prodotto non possiede? Per evitare tali inconvenienti esistono già le “pratiche leali di informazione”, che impongono di riportare sulle confezioni degli alimenti alcune specifiche: caratteristiche natura identità proprietà composizione (tutti gli ingredienti) quantità durata di conservazione/data di scadenza Paese d’origine luogo di provenienza metodo di fabbricazione/produzione Tuttavia, la questione della trasparenza e correttezza delle informazioni alimentari è ancora incerta: pensiamo al finto biologico, che ha fatto molto discutere.Proprio su questo fronte l’Italia si è attivata con un disegno di legge sull’agricoltura biologica.Avremo davvero maggiore trasparenza, più controlli, prevenzione delle frodi agro-alimentari, certificazioni di qualità, semplificazione normativa?Attendiamo guardinghi l’approvazione definitiva.

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