Cibi Genuini

Acqua e arsenico

Alimenti all’Arsenico

Le sostanze chimiche costituiscono le componenti di tutto ciò che ci circonda, la nostra stessa composizione organica si regge sulla chimica, esistono però sostanze chimiche presenti con livelli superiori a quelli che la natura stabilisce. Queste concentrazioni “anomale” sono, spesso, il frutto della lavorazione da parte dell’uomo mirata alla trasformazione e manipolazione degli alimenti o delle bevande, altre volte si tratta di sostanze presenti in natura ma che vengono assorbite in quantità eccessiva dall’uomo.     Nel report dell’ EFSA 2015, l’ Autorità europea per la sicurezza alimentare (Wikipedia), è stata presa in particolare considerazione la presenza di ARSENICO ED URETANO negli alimenti e bevande comunemente vendute e consumate nella U.E., quindi Italia compresa.     Cominciamo a capire cosa è l’Arsenico. L’arsenico è un semi-metallo, o “metalloide” cioè un prodotto chimico con proprietà tra un metallo e un non metallo. È rilevato come contaminante ambientale sia per processo naturale sia come risultato dell’attività produttiva dell’uomo. L’arsenico può essere di tipo organico, cioè può contenere carbonio, o di tipo inorganico, che è, peraltro, la sua forma più tossica. Il cibo e l’acqua potabile sono le principali fonti di assunzione di arsenico per la popolazione europea. L’arsenico entra nel cibo e nell’acqua potabile attraverso il suolo contaminato o attraverso le falde acquifere.     Nel 2015, l’EFSA ha aggiornato la sua analisi sui  livelli di arsenico negli alimenti in Europa e le sue stime di esposizione all’arsenico inorganico negli alimenti e acqua potabile.     In particolare, fra i gruppi presi in esame, l’esposizione alimentare all’arsenico, è risultata la più alta di tutti proprio nei gruppi dei neonati, e dei bambini piccoli. <in questi gruppi l’esposizione media variava da 0,20 a 1,37 microgrammi per chilogrammo di peso corporeo al giorno (mg / kg di peso corporeo /giorno), con valori di elevata esposizione che andavano da 0,3 a 2,09 mg / kg di peso corporeo / giorno, se consideriamo che le stime di elevata esposizione per gli adulti andavano da 0,14 ad un massimo di 0,64 mg / kg di peso corporeo / giorno, possiamo renderci conto gravità del fenomeno.     Le quantità di arsenico presenti in ogni tipo di alimento e la frequenza di consumo di questi alimenti, sono i principali fattori che influenzano l’esposizione alimentare.   La principale fonte di esposizione alimentare all’arsenico inorganico era basata sul grano ed i i suoi derivati quali: il pane di frumento e panini. Ma, oggi, si sono aggiunte altre tipologie di alimenti : il riso, il latte e…. l’acqua. Mentre sono i latticini la fonte di esposizione primaria per neonati e bambini.     Il riso, soprattutto riso integrale, contiene tra i più alti livelli di arsenico inorganico di tutte le categorie di alimenti.     Sciacquare abbondantemente il riso prima di cuocerlo può eliminare una parte di arsenico. Inoltre, nelle zone in cui la concentrazioni di arsenico nel suolo e delle acque sotterranee è molto alta si consiglia di bollire il riso in abbondante acqua piuttosto che cuocerlo a vapore ( il riso assorbe più arsenico ).     Ricordiamo che l’assunzione a lungo termine di arsenico inorganico è stato associato a una serie di problemi fisici, tra cui lesioni cutanee, malattie cardiache ed alcune forme di cancro.     L’intervallo di dosaggio entro il quale può causare effetto su un umano ( dose di riferimento BMD ) è stato fissato a 0,3-8 microgrammi per chilogrammo di peso corporeo al giorno (mg / kg di peso corporeo / giorno)     Nella situazione attuale , la normativa regolamentare della Comunità Europea non prevede limiti specifici sulle quantità di arsenico negli alimenti, anche se la stesura di una normativa di riferimento è prevista per il 2016. Allo stato attuale soltanto alcuni paesi membri hanno approntato delle linee guida nazionali.  

Sostanze chimiche nelle catene produttive

Rilevamento di sostanze chimiche negli alimenti: nuova relazione dell’EFSA

Non è una novità sentire di sostanze chimiche che vengono rilevate in alimenti e bevande: da pesticidi in frutta e verdura a farmaci veterinari in carne e derivati di origine animale da contaminanti ambientali che alterano la purezza degli alimenti a composti chimici non presenti in natura ma esistenti in svariati prodotti. Lo scopo dei controlli periodici, che ogni Stato pone in essere, è quello di garantire il rispetto delle norme e degli standard di sicurezza alimentare in un ottica di “ protezione” del consumatore nei confronti dei rischi legati all’ingestione di quelle sostanze dichiaratamente nocive.  Ma sappiamo qual è la quantità di queste sostanze ed elementi, presenti negli alimenti che consumiamo quotidianamente? ed ancora, sappiamo se questi superano i limiti stabiliti dalle norme di sicurezza?  In questa ottica, l’EFSA, l’ Autorità europea per la sicurezza alimentare, in parte attraverso lo studio dei dati rilevati dalle istituzioni dei singoli paesi dell’Unione Europea ed in parte attraverso strumenti di rilevazione propri, effettua un monitoraggio, su larga scala, indagando tutti gli aspetti in materia di rischi, esistenti ed emergenti, associati alla catena alimentare e pubblica, annualmente, una relazione, desunta dal monitoraggio e dall’analisi dei dati rilevati permettendo anche ai “non addetti ai lavori” di comprendere i risultati relativi ai livelli di sostanze chimiche riscontrate negli alimenti. Come riferisce Bernhard Url, direttore esecutivo dell’EFSA, “ In tutta l’Unione europea vengono condotti sforzi a livello locale, nazionale ed europeo per raccogliere, monitorare e analizzare la presenza di sostanze chimiche in piante, animali, cibi e bevande. L’EFSA funge da polo informativo per molte di tali attività, contribuendo anche a coordinarle e armonizzarle in modo che dati più ampi e di miglior qualità siano disponibili per coadiuvare le valutazioni scientifiche”.  Un plauso a questo lavoro viene da Ladislav Miko, direttore generale della Commissione europea per la salute e la sicurezza alimentare: “Questa relazione, destinata al grande pubblico europeo, traduce complessi dati scientifici sugli alimenti in maniera più immediata e comprensibile.  Accolgo con grande favore questa nuova modalità di riferire questioni che rivestono importanza per quanti si preoccupano di ciò che c’è nel loro cibo e auspico di vedere pubblicate in futuro sempre più informazioni di questo tipo in tema di alimenti da parte dell’EFSA”. Al seguente link (Chemicals in Food 2015: Overview of Data Collection Reports) troverete la versione integrale della relazione dell’’EFSA.

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